La permanenza per un po' di tempo in comunità educativa per ragazzi è un'esperienza che consiglio vivamente a tutti, ragazzi ma anche adulti. Oltre che un aiuto per la scelta del mio percorso futuro è anche un'esperienza che fa crescere personalmente, che permette di vivere in prima persona delle situazioni di vita diverse ma non per questo inferiori. Nel momento in cui termina la permanenza in questo luogo lascia un segno dentro le persone, sia a coloro che ci vivono, sia a coloro che ne prendono parte per altri ruoli. Vi lascio qui di seguito un'immagine che rende l'idea di com'è la comunità, una vera e propria casa, accogliente e famigliare.
Nel progetto "Mismar" il lavoro con la famiglia d'origine, con il territorio, la stretta collaborazione con i Servizi Sociali e la presenza di volontari, sono componenti fondamentali per la sua evoluzione e realizzazione.
Ho deciso di raccontare nel mio blog un altro momento per me significativo a cui ho avuto l'opportunità di partecipare: l'inserimento di un ragazzo. Questa esperienza è iniziata con una riunione tra educatore, che poi sarebbe stato il responsabile del ragazzo, la madre e la psicologa. La madre ha subito esposto chiaramente le varie problematiche e difficoltà, anche in relazione al rapporto col figlio, e perciò i motivi per cui richiede l'aiuto della comunità e l'accoglienza di suo figlio. Educatore e psicologa hanno subito cercato di comprendere le necessità del ragazzo e se la comunità potesse essere la soluzione adeguata. Inoltre mi sono stati illustrati i criteri attraverso cui valutare l'opportunità del'accoglienza: - la vicinanza dell'abitazione della famiglia d'origine; - la compatibilità con il gruppo di ragazzi accolti in quel particolare momento; - la possibilità di rispondere alle emergenze socioculturale.
Bellissimo tema Sofia!
RispondiEliminaChe esperienze emozionante, Sofia! Sono molto curiosa di leggere, anche io ho avuto una esperienza simile!!
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